AI & CYBER SECURITY A TUTELA DEI MINORI

CONFERENZA 25 MAGGIO 2021

DIRETTA FACEBOOK SULLA PAGINA DI FERMICONLEMANI

Cos’è l’intelligenza artificiale e per quali ragioni Fermiconlemani mostra interesse per la materia.

Secondo la definizione espunta dal sito web del Consiglio d’Europa , l’intelligenza artificiale e’: «Un insieme di scienze, teorie e tecniche il cui scopo è quello di riprodurre, attraverso la macchina, le capacità cognitive di un essere umano. Gli sviluppi attuali mirano, ad esempio, ad affidare a una macchina compiti complessi precedentemente delegati a un essere umano».

Rilevano le stime che il mercato dell’intelligenza artificiale debba raggiungere entro il 2025 il valore di 190,61 miliardi di dollari con un tasso annuo costante di crescita del 36, 62%.

In Italia nonostante si sia ancora all’inizio del percorso nel 2018 si registrava una spesa per lo sviluppo di algoritmi di intelligenza artificiale di 85 milioni di euro, invece la Cina pare che entro il 2030 diventera’  il leader mondiale con un programma di investimenti interni per 150 miliardi di dollari.

Va da se’ che dall’analisi di questi dati si comprenda l’inarrestabile ascesa del mercato dei sistemi di Intelligenza artificiale e delle implicazioni di ordine etico, socio-antropologico, economico che ne potranno derivare, nonche’ in relazione al settore della giustizia penale e della prevenzione dei crimini.

L’ uso degli strumenti di intelligenza artificiale e degli algoritmi possono essere strumenti di prevenzione dei cyber crimes per prevedere i comportamenti umani devianti o fornire un valido supporto di analisi per i professionisti che operano nel settore.

Le garanzie per i minori, in materia di cyber security, legislativamente parlando esistono tramite i numerosi adeguamenti degli interventi normativi italiani a quelli europei, ma purtroppo i recenti casi di cronaca dimostrano che occorre approfondire nuovi strumenti di tutela in maniera piu’ incisiva con una regolamentazione sulla responsabilita’ dei provider e con una definizione degli obblighi dei gestori di social network, di piattaforme, di applicazioni.

Il team di Fermiconlemani è onorato di essere partner nell’organizzazione di questo evento molto importante con GP4AI Global Professionals  For Artificial Intelligence e il Comitato Scientifico Ricerca Scomparsi: Ricerca multidisciplinare Penelope.

Parteciperemo con un intervento della scrivente Presidente Avv. Tiziana Cecere, socia di GP4AI Global Professionals  For Artificial Intelligence che si occuperà di “Analisi e Prevenzione delle Sensation Seeker : dal cybershaming al furto d’identità”.

Di seguito il programma dell’evento con i riferimenti degli illustri relatori che interverranno.

SALUTI INTRODUTTIVI

Avv. CLAUDIO CALDAROLA

Presidente GP4AI

MODERA

Prof. ANNITA SCIACOVELLI

Vice-Presidente GP4AI

docente di Diritto internazionale UniBa

INTERVERGONO

Dott. Ciro NUTELLO

Membro Anticrimine Gruppo Minori Scomparsi

Progetto scuole sicure

Dott. Giuseppe DEL GROSSO

Ufficio del Garante dei minori Puglia

Prof. SABRINA MARTUCCI

Docente di Diritto ecclesiatico comparato Uniba

Membro direttivo GP4AI

Avv. Silvia STICCA

Assistente di studio presso il Consiglio superiore della Magistratura

Consulente Commissione Parlamentare Antimafia

Membro direttivo GP4AI

Prof. Maria Gaia PENSIERI

Criminologa

Pres. Comitato scientifico Ricerca Scomparsi

Socio GP4AI

Avv. Tiziana CECERE

Criminologa

Pres. Associazione Fermiconelmani

Socio GP4AI

Dott. Giovanni BASSETTI

Consulente di informatica forense

Socio onorario GP4AI

“Andiamo incontro ad un futuro senza segreti percio’ dobbiamo essere pronti ed efficienti per poter affrontare l’evoluzione sociale collegata all’intelligenza artificiale e agli algorirtmi”

Avv. Tiziana I. Cecere, Pres. di Fermiconlemani, criminologa, esperta in crimini violenti ed interventi di progettualita’ sociale, socia di GP4AI Global Professionals  For Artificial Intelligence

CONFERENZA

UOMINI A DIFESA DELLE DONNE: SPORT TRA PREVENZIONE E SICUREZZA DELLE ATLETE

27 MAGGIO 2021 DALLE ORE 18:00

IN DIRETTA STREAMING E SU DIGITALE TERRESTRE

MEDITERRANEA TV 

CANALI 214 E 698 PUGLIA E 623 BASILICATA  E  PIATTAFORMA MONDIALE NCG TELEVISION

Il mondo dello sport fornisce attivamente supporto alle iniziative di prevenzione della violenza nello sport sia a livello nazionale che internazionale.

La questione della sicurezza nello sport, in particolare nei confronti delle donne atlete è un problema estremamente sentito nell’ultimo decennio che resta di attualità anche alla luce di recenti casi di discriminazione, violenza e razzismo.

Fermiconlemani intende analizzare il fenomeno anche alla luce delle nuove partnership sottoscritte con diverse associazioni sportive perche’ la cooperazione e l’azione sono le vere e prime forme di prevenzione.

C’e’ da dire che la donnanello sport è stata vista, per molto tempo come “un pesce fuor d’acqua” poiche’ inizialmente si e’ dovuta confrontare con l’indiscussa leadership maschile e poiche’ per stereotipi di genere l’immagine della donna doveva ricalcare quella della “chioccia” dedita alla famiglia.

Fortunatamente si e’ avviata un’evoluzione positiva di riconoscimento del ruolo e alle Olimpiadi di Londra del 2012 c’e’ stata la rappresentanza, per la prima volta nella storia, di un numero uguale di sport per le donne e per gli uomini.

Eppure le atlete nonostante i miglioramenti nell’uguaglianza di genere devono affrontano ancora numerosi ostacoli legati spesso alle molestie sessuali e alla violenza.

Insieme a referenti di note associazioni sportive nonche’ di professionisti esperti del settore analizzeremo, durante l’incontro introdotto e moderato dal Presidente di Fermiconlemani Avv. Tiziana Cecere, IN DIRETTA STREAMING E SU DIGITALE TERRESTRE MEDITERRANEA TV  ,CANALI 214 E 698 PUGLIA E 623 BASILICATA  E  PIATTAFORMA MONDIALE NCG TELEVISION, i seguenti temi: le cause della violenza sulle donne in ambito sportivo, il supporto necessario degli uomini nelle attivita’ a difesa delle donne e nei progetti di prevenzione, l’importanza di avvicinare e impegnare i piu’ giovani allo sport inteso come un ambiente identificato “sano” per principio ove e’ possibile seminare germogli di legalita’ e rispetto per il gruppo di pari.

Gli esperti ospiti evidenzieranno le riforme e le disposizioni normative in materia di leadership femminile nello sport e di uguaglianza di genere nelle diverse discipline sportive in particolare nel Krav Maga e nella Pallavolo per lanciare un messaggio positivo di costruzione fortificando il mondo dello sport quale “amico” delle donne nel quale gli uomini collaborano per la difesa dei diritti delle atlete.

Il team work di Fermiconlemani e’ onorato per le adesioni e ringrazia la Federazione Nazionale e del distretto Puglia di Krav Maga , l’Associazione Amatori Volley Bari, l’Associazione Italiana Pallavolisti e gli illustri relatori : Avvocata Manuela Magistro, esperta in diritto sportivo, Direttore Sportivo Amatori Volley Bari, la Dott.ssa Alessia Lanzini, Vice Presidente Associazione Italiana Pallavolisti, Dott Domenico Taddei, Responsabile Nazionale e Docente Federazione FIKM, Dott. Francesco Numo, Dirigente Nazionale FIKM , criminologo esperto in psichiatria forense, Dott. Domenico De Giglio, Responsabile Sviluppo e Promozione FIKM

Avv. Tiziana I. CECERE Presidente di Fermiconlemani,

criminologa esperta in crimini violenti ed interventi di progettualita’ sociale

“CHILD MOLESTER “Scopriamo insieme chi sia e quali siano le conseguenze traumatiche dopo un abuso sessuale su un minore.

Il “child molester”, dall’inglese “colui che abusa di bambini”, è un individuo che agisce abuso sessuale nei confronti di soggetti minori.

In questa categoria rientra quindi: il coinvolgimento dei bambini in attività sessuali – anche semplicemente chiedendole o facendo pressioni di questo genere –, l’esposizione indecente dei genitali, lo sfruttamento sessuale dei minori e l’utilizzo del bambino per produrre materiale pornografico.

Secondo la letteratura, gli abusi sui minori possono verificarsi in diversi contesti, nello specifico quelli in cui la presenza dei bambini è abitudine, ad esempio le scuole o le abitazioni private.

Molti, e gravi, sono gli effetti psicologici nella mente delle vittime, che possono includere depressione, disturbo post-traumatico da stress, ansia, bassa autostima, autolesionismo, propensione alla vittimizzazione in età adulta o alle dipendenze (es. alcolismo o uso di droghe), senza considerare anche le lesioni di natura fisica. Uno studio finanziato dal National Institute of Drug Abuse degli Stati Uniti, ha rilevato che “tra più di 1.400 donne adulte, l’abuso sessuale infantile era associato a una maggiore probabilità di tossicodipendenza, dipendenza da alcol e disturbi psichiatrici”. Molti bambini possono mostrare anche comportamenti regressivi, ad esempio succhiare il pollice o fare pipì a letto. Se consideriamo le forme d’incesto, quindi se l’abusante è un membro della stessa famiglia, i traumi psicologici possono considerarsi ancora più gravi e a lungo termine.

Infatti, secondo le ricerche, il 30% dei child molester sono parenti delle vittime, il più delle volte fratelli, padri, zii o cugini. Circa il 60% sono conoscenti (es. babysitter o vicini di casa) e solo il 10% sono estranei. Sempre analizzando gli studi, la maggior parte degli abusi sessuali sui minori è commessa da uomini, mentre una piccola parte (14%) da donne.

Inoltre, menzione d’obbligo va fatta sui matrimoni precoci: secondo l’UNICEF, il matrimonio precoce rappresenterebbe infatti “la forma più diffusa di abuso sessuale e sfruttamento delle ragazze“.

Nel parlato comune, il termine “pedofilo” viene comunemente associato a questo tipo di abusi ma in maniera errata. I crimini sessuali su minori non rientrano infatti nella pedofilia, a meno che il reo non abbia uno specifico e parafilico interesse sessuale per i bambini in età prepuberale.

Holmes&Holmes (2002) suddividono così gli autori di reato:

  • Situazionale: non preferisce i bambini, ma agisce l’abuso solo a determinate condizioni;
  • Regressivo: in genere ha relazioni con gli adulti, ma un fattore di stress lo induce a cercare i bambini come sostituti;
  • Moralmente indiscriminato: deviante sessuale a tutto tondo, che può commettere altri reati sessuali estranei ai bambini;
  • Ingenuo/inadeguato: spesso caratterizzato da patologie mentali che gli provocano disabilità, percepisce i bambini meno minacciosi e quindi più adatti a esperienze sessuali;
  • Preferenziale: ha un vero interesse sessuale nei bambini:
  • Sadico: reo violento;
  • Fissato: ha poca o nessuna attività sessuale con individui della propria età, descritto come un “bambino troppo cresciuto“.

Da un punto di vista psicoterapeutico, è assolutamente necessario agire immediatamente sulle vittime, subito dopo l’abuso subito.

Il bambino/bambina ha subitaneamente bisogno di essere preso in carico, iniziando un trattamento terapeutico per rielaborare il trauma. Il rischio maggiore, infatti, è che i sintomi psicologici possano acuirsi e durare nel tempo soprattutto se, nella peggiore delle situazioni, le persone con le quali si confida (es. un parente) negano il problema o incolpano addirittura il bambino dell’accaduto.

La prevenzione, inoltre, ricopre un ruolo fondamentale: attività nelle scuole, nei centri d’ascolto, nelle famiglie, sono fondamentali per diffondere informazione e formazione, in primis ai genitori, ma anche agli insegnanti e agli addetti ai lavori (psicologi, medici, personale sanitario, membri delle forze dell’ordine).

È ormai caduta l’antica convinzione che ai bambini non si possa parlare di sesso: è invece necessario, utilizzando i giusti modi e le giuste modalità comunicative, diffondere una sana informazione, così da aiutarli anche a distinguere i pericoli nel loro ambiente, familiare o scolastico, e approcciarsi, nel futuro, alla loro vita sessuale nel migliore dei modi.

Ai genitori, invece, è assolutamente rivolto il prezioso messaggio di avere il coraggio di denunciare, anche i parenti o gli amici più stretti, senza negare o sminuire il problema. Il benessere del proprio figlio è sicuramente più importante del “giudizio esterno” o di qualsiasi altro limite autoimposto dalla famiglia.

Dr. Marco Magliozzi, psicologo, psicoterapeuta, criminologo,

Fondatore e Responsabile Area Psicologica di Fermiconlemani

IL FURTO D’IDENTITÀ DIGITALE DAI FAKE AL PHISHING

Il furto d’identità digitale è assimilabile al reato di sostituzione di persona previsto dal Codice Penale nel libro II Titolo VII all’art.494; attraverso questa fattispecie prevista dal legislatore del 1930 infatti, oggi è possibile includere anche le falsificazioni avvenute online.

Le modalità di questo reato sono molteplici, partendo da utenti che si fingono qualcun altro sul web per vantaggio personale, i cosiddetti fake, fino a veri e propri sistemi che alterano l’utilizzo di servizi online per vantaggio patrimoniale.

La norma, essendo stata riadattata al furto d’identità digitale e non essendo stata creata ad hoc, risulta generica e dunque fortemente influenzata dall’interpretazione della Magistratura.

Attualmente questa fattispecie prevede due falsificazioni alternative ovvero la sostituzione completa di persona, oppure l’attribuzione di un nickname, uno status o delle qualità personali false; risulta infatti punibile anche chi attraverso una falsa qualifica professionale organizza colloqui di lavoro per scopi personali.

Per comprendere in maniera completa questo reato appare essenziale fare delle comparazioni con il sistema e la dottrina statunitense, patria delle piattaforme digitali e di ciò che ne è correlato. In America, infatti, il furto d’identità digitale si divide in tre categorie, non associate a scopo di profitto economico: il catfishing, falsa identità contro una pluralità di utenti e il digital knidapping.

Il primo, da cui prende il nome anche il famoso programma tv di MTV, rimanda ad un vero e proprio “fake” dunque, alla condotta di chi “attira qualcuno in una relazione creando un personaggio online immaginario” (Oxford dictionary). Il catfish, attraverso l’inganno sui social network, raggira altri utenti intrattenendo relazioni virtuali senza mai svelare la propria vera identità, fisica e personologica.

La seconda categoria non sviluppa una relazione con un solo utente, ma interagisce con una molteplicità di utenti, in modo diretto o indiretto, anche attraverso degli intermediari a volte inconsapevoli della situazione creatasi.

Infine, con digital knidapping ci riferiamo a un utente che attraverso giochi di ruolo, quindi nascondendo la propria identità e non falsificandola, controlla altri individui non solo all’interno del gioco stesso.

Tornando alla legislazione italiana, identifichiamo questo reato come plurioffensivo, e procedibile d’ufficio, poiché esso lede la fede pubblica e una pluralità di utenti indeterminati: gli individui a causa di questi criminali, non riescono a fidarsi degli altri e non vivono serenamente i rapporti stretti online.

Analizzando gli elementi soggettivi del reato di furto d’identità digitale, notiamo come anche il tentativo è configurabile poiché la vittima potrebbe essere ingannata anche se il delitto non viene consumato, pur venendo in contatto con un profilo fake o altresì attraverso una mail sospetta di phishing.  

Inoltre, è riconosciuto il dolo specifico: l’autore, con coscienza e volontà, deve porre in essere l’atto al fine di arrecare un danno procurandosi un vantaggio patrimoniale o non patrimoniale.

In alcuni casi invece, potrebbe configurarsi un reato impossibile quando manca l’elemento offensivo: un utente potrebbe utilizzare dei dati diversi dai propri per la registrazione ad un sito o sostituire la propria identità con una inesistente; la giurisprudenza però a volte cerca di configurare anche questi come reati per la teoria della generalprevenzione.

Il furto d’identità digitale si ricollega ad altre due tipologie di illeciti sul web: il phishing e il cyberlaudering.

A livello normativo, il phishing non è categorizzato precisamente, ma viene interpretato considerando il reato-mezzo, la sostituzione di persona, e il reato-fine ovvero la frode informatica.

Attraverso la “mail esca”, inviata apparentemente da siti istituzionali al fine di aggiornare dati personali con il collegamento a un link, il cybercriminale ingannerà l’utente riportandolo su un’altra piattaforma creata ad hoc: ed è proprio così che si sviluppa l’identity theft succeduto dall’ identity abuse.

Spesso, a stretto contatto con il phisher potrebbe esserci il financial manager, ovvero colui che utilizza i proventi dei dati sottratti per il riciclaggio di denaro, ovvero il cyberlaudering. 

Analizzando questo reato dal punto di vista criminologico, invece, risulta importante dare attenzione alle tracce digitali che vengono lasciate sui sistemi di vittima e offender, importanti per la digital evidence e il profiling.

Gli elementi di prova devono essere suddivisi in tre fasi: l’identificazione dell’autore, attraverso lo studio dell’attacco e dell’obiettivo; l’analisi dei dati, attraverso la valutazione di motivazioni e skills, e infine il profiling vero e proprio.

Per identificare l’autore del reato si parte dunque dalla tipologia di attacco effettuato e dalla motivazione che lo ha spinto a scegliere un determinato sistema e determinate vittime.

È importante risalire all’utilizzo che il criminale ha fatto dei dati rubati ed alla complessità dell’attacco, i quali ci forniscono informazioni sulle competenze tecniche applicate ai cybercrimes. In base al metodo di aggressione, infatti, è possibile definire anche il livello di conoscenza dei linguaggi di programmazione, indagando l’utilizzo di codici già usati o innovativi.

Attraverso queste informazioni base, è possibile dunque, svelare i tratti caratteristici personologici e il progetto criminoso dell’offender.

Il profilo della vittima, invece, è molto più complesso da delineare: l’attacco potrebbe essere indirizzato verso utenti scelti o casuali oppure verso server ed enti istituzionali. Nel caso di singoli utenti scelti, essi potrebbero conoscere il criminale oppure potrebbero possedere simili caratteristiche attrattive. Altre vittime, invece, potrebbero essere selezionate casualmente da piattaforme istituzionali attraverso l’attacco a server di home banking, gestori telefonici e servizi di pubblica utilità.

La vulnerabilità rimane l’elemento comune di tutte le vittime, che essa sia dovuta alla disinformazione o alla mancanza di misure di sicurezza e così la prevenzione attualmente rimane l’arma più potente contro i cybercriminali.

Dunque, cosa fare concretamente per evitare d’incorrere in rischi come questo?

Il primo consiglio che sento di dare a tutti gli utilizzatori del web è di leggere attentamente prima di accettare qualsiasi tipo di autorizzazione e soprattutto di analizzare l’interlocutore che si incontra dall’altra parte dello schermo.

Se si nutre qualche dubbio rispetto alla mail ricevuta o alla richiesta di amicizia sospetta e non si riesce a capire la vera identità dell’utente, è sempre meglio farsi consigliare da un nostro caro o conoscente che è più preparato nell’utilizzo di pc e web.

Ognuno di noi dovrebbe supportare soprattutto anziani e bambini, che spesso per disinformazione, sono i più esposti a questi fenomeni.

Ricordiamoci: alcune volte, fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.

Claudia Colonna, assistente sociale, criminologa, socia di Fermi con le Mani