sono Marianna Barbaro, ho conseguito una laurea in giurisprudenza e dopo una lunga pausa per motivi familiari ho avuto l’opportunità di conoscere l’Ikos, centro di formazione professionale dove
ho acquisito il master in criminologia clinica, profiling e prevenzione.
In questi anni però ho osservato tanto e imparato tanto; le esperienze non sono mancate nel bene e nel male.
La difficoltà maggiore era dare un senso a determinati comportamenti che in apparenza sembravano privi di un reale significato ed anche giustificazione, ma grazie ai docenti che mi hanno seguito ho imparato ad andare in profondità e non fermarmi alle apparenze perché solo così è possibile comprendere e dare un aiuto concreto e utile.
Una cornice principesca per il battesimo di un saggio che già si preannuncia un grande successo editoriale
Ieri, 29 gennaio, in una location ricca di storia e di regalità, il museo civico Principe Guglielmo Romanazzi Carducci di Santomauro a Putignano, si è tenuta la prima presentazione del saggio di esordio della nostra presidentessa, avv.ta Tiziana Cecere, “Il diavolo che agisce sulle nostre vite”, edito da Calibano.
Una platea gremita, attenta e partecipe ha fatto da cornice alla tavola rotonda moderata dalla dott.ssa Antonella Delfino Pesce, in cui l’autrice e il prof. Pierfrancesco Impedovo curatore della parte giuridica dell’opera, hanno discorso sui temi cruciali del saggio, attraverso costanti riferimenti ai casi più noti alla cronaca degli ultimi anni.
La premessa è che non facile occuparsi e scrivere di questo argomento, anche per chi vive una carriera professionale nelle aule di giustizia, ascoltando la sofferenza delle vittime.
I relatori hanno accompagnato gli ospiti in un viaggio attraverso un ambito che avvince, spaventa, confonde, dando loro la possibilità di comprendere, alla luce dell’esame dei casi e delle teorie scientifiche più accreditate, cosa siano davvero le sette sataniche e l’identikit di coloro che ne fanno parte, attraverso la lente d’ingrandimento del criminal profiling.
Presidente di Fermiconlemani Avv.ta Tiziana Cecere: “anche questa mia esperienza editoriale, come ogni altro progetto di Fermiconlemani, ha quale finalità la prevenzione. È possibile seminare germogli di legalità e di prevenzione di tali fenomeni tramite la conoscenza, specie dei più giovani, che li aiuti a non subire il fascino che le sette possono esercitare, che risiede soprattutto dall’alone di mistero in cui queste organizzazioni sono avvolte.
Fare chiarezza sulle dinamiche giuridiche, psicologiche, sociologiche e antropologiche sul tema del satanismo è di vitale importanza.
Un libro non ha il solo obiettivo di informare ma anche, e soprattutto, quello di aiutare i cittadini e i professionisti a prevenire, stimolando interventi di progettualità sociale che permettano di arginare tali dinamiche.
Chiudere gli occhi nei confronti del Satanismo significa ammettere che non sia un problema: decidere di non curarsene non equivale a farlo sparire.Purtroppo, come abbiamo avuto modo di riscontrare, alcuni gruppi degenerano in atti di violenza (fisica e psicologica), fino ad arrivare all’omicidio nei casi più gravi e acclarati.
Il nostro Paese difende il pensiero emancipato e la libertà di culto: è grazie all’informazione e alla cultura che tale libertà resta tale e non sfocia in pratiche disumane, violente e irrispettose dei diritti delle persone.
Questo libro ha voluto, quindi, inviare un chiaro messaggio di prevenzione reale, attraverso una disamina psicologica, giuridica e sociologica dell’argomento.Chi legge trarrà importanti consigli pratici, indispensabili in momenti difficili come questo dove la tanta “disperazione” diventa facile viatico verso il mondo occulto, visto da molti come una “soluzione”.
La nostra presidentessa, Avv.ta Tiziana Cecere, riflette su una tragedia che tocca anche noi.
L’esecuzione sarebbe imminente, le autorità iraniane infatti si preparano a giustiziare una donna di etnia curda proveniente dalla provincia nord-occidentale dell’Azerbaigian. Un’altra vittima della repressione delle proteste scatenate in reazione alla morte di Mahsa Amini, la ragazza anch’essa curda uccisa dalla polizia morale a Teheran dopo essere stata fermata perché non indossava in maniera corretta l’hijab, il classico velo che copre la testa.
Ma questa volta la barbarie potrebbe toccare, se possibile, il limite estremo. Shahla Abdi, questo e il suo nome, ha circa vent’anni ed è incinta. È stata arrestata a metà ottobre a Urmia, la sua colpa sarebbe quella di aver dato fuoco ad un ritratto del fondatore della Repubblica Islamica Khomeini.
È stata rinchiusa nella prigione di Tabriz circa tre settimane fa e le speranze di rivedere la ragazza ancora viva sarebbero minime.
Un grido disperato che vuole dirci come in quella nazione così importante nel mondo, l’antica Persia, dal 1979 ci siano oppressione e violenza.
Eventi come questo ci impongono una riflessione che ci chiama a raccolta contro tutti i femminicidi del mondo.
Sono passati più di 40 anni da quando le donne iraniane per la prima volta si riversarono nelle piazze, le stesse piazze nelle quali ancora oggi scendono a protestare.
Il mondo è cambiato, anche le donne sono cambiate, eppure qualcosa non ha subito lo stesso processo se ancora le donne chiedono libertà.
Voci di chi, nonostante la dura repressione di questi giorni, continua a chiedere, in Iran, il rispetto delle libertà fondamentali, l’uguaglianza, la giustizia sociale e la fine di un sistema patriarcale oppressivo.
Donne che non hanno esitato a sollevarsi unite contro la morte di Mahsa Amini.
La capacità di resistenza delle donne è emersa in più occasioni nella storia del paese e la tenacia dimostrata ora, testimonia una consapevolezza e una strenua volontà di cambiamento che oggi bisogna sostenere a livello internazionale, seguendo le indicazioni che arrivano dalle piazze iraniane e da quelle che si stanno costruendo in tutto il mondo sotto la guida delle comunità in diaspora.
Loro lo stanno facendo: denunciano, anche nel loro piccolo. condizioni di sottomissione e stanno dando vita a una rivoluzione che sta coinvolgendo anche gli uomini; un fatto importante.
Si tratta di una battaglia che ci coinvolge tutti, fare nostro lo slogan che muove milioni di donne iraniane
FERMICONLEMANI fra le associazioni che chiedono di costituirsi parte civile al fianco delle vittime
Giovedì 19 gennaio, innanzi al GUP presso il Tribunale di Bari dott. Ferraro, si è celebrata la prima udienza preliminare del processo pendente a carico del ginecologo barese Giovanni Miniello, chiamato a rispondere di plurimi episodi di violenza sessuale, tentata e consumata, ai danni di sue pazienti.
Molte vittime hanno formalizzato la costituzione di parte civile; analoga iniziativa è stata assunta da diversi centri e associazioni antiviolenza tra cui FERMICONLEMANI a mezzo del procuratore speciale avv.ta Daniela Corrado del foro di Bari, designata dalla Presidente dell’ente avv.ta Tiziana Cecere.
L’ammissione di tali costituzioni sarà discussa e decisa in seno alla prossima udienza, fissata per il giorno 16 febbraio 2023.
Presidentessa di Fermiconlemani Avv.ta Tiziana Cecere: “per noi è fondamentale agire all’interno del procedimento penale nella veste di accusatori privati affiancando le donne offese, perché la violenza è un reato che lede l’intera comunità.
Molto importante è sottolineare che la legittimazione attiva a costituirsi parte civile nei processi per crimini violenti della nostra associazione è stata riconosciuta già da diversi organi giudicanti in svariati altri processi, grazie alla corposa attività dell’associazione, documentata in atti al momento della costituzione, forte di anni di presenza sul territorio contro le discriminazioni e contro la violenza in ogni sua manifestazione, che si è consolidata anche grazie al lavoro sinergico con istituzioni e con altre associazioni, attraverso una rete sul territorio di sportelli di ascolto, assistenza legale-informativa e percorsi di prevenzione; un lavoro fatto di impegno e risorse proprie.
Le riflessioni in chiave criminologica della nostra presidentessa, Avv.ta Tiziana Cecere e del Prof. Pierfrancesco Impedovo.
Si chiamava Martina Scialdone di soli 35 anni, l’avvocata romana con studio ai Parioli, esperta di diritto di famiglia che, ironia della sorte, si occupava con passione anche di violenza sulle donne, uccisa dal suo ex compagno, Costantino Bonaiuti, davanti ad un ristorante in zona Tuscolano.
La donna è morta poco dopo i soccorsi, giunti tempestivamente sul posto e allertati attraverso il 112. L’uomo, un 61enne, è fuggito subito dopo, ma poi è stato raggiunto dalle volanti della polizia e arrestato a Fidene, nel quadrante della periferia nord della capitale. Aveva un porto d’armi per uso sportivo.
Un testimone riferisce: «L’ha ammazzata sotto i miei occhi. Litigavano, nessuno è intervenuto».
Il 2023 è appena iniziato ed ecco balzare alle cronache il primo efferato femmincidio.
Lo abbiamo detto più volte in queste pagine, che la violenza di genere non è imputabile solo ed esclusivamente al “mostro” di turno, ma è da ricercare in radici più profonde di quanto si può immaginare.
Quando parliamo di femminicidio, quindi, evidenziamo un problema che trova le sue radici nella morfologia, ancora di matrice patriarcale, della nostra società post-moderna; in questo humus la donna è posta in una condizione di inferiorità in determinate relazioni sociali, familiari e lavorative che fa sentire gli uomini, primi tra tutti quelli che con lei condividono relazioni più vincolanti, nel diritto di discriminarla, maltrattarla, violarla ed in fine assassinarla.
L’atto violento che ha come epilogo la morte, è solo la punta di un iceberg, dove la parte più imponente del fenomeno rimane nascosto, mal documentata dai media e dalle statistiche.
Fa orrore, ed è giusto che così sia, ascoltare dai TG che una donna è stata uccisa dal marito o ex compagno, ma troppo spesso non riusciamo a comprendere quante altre donne, in silenzio, nell’ombra, lontano dalla vista, soffrono e subiscono violenze siano esse di natura fisica che di natura psicologica. Ma ancor più spesso, quel “lontano dalla vista” diventa una volontà omissiva di non voler vedere quello che succede, ritenendo che il fatto ricada nell’ambito di una dimensione privata, di un aspetto familiare, dove noi pensiamo di non dover mettere bocca, inconsapevoli che praticamente diventiamo complici di quella fenomenologia violenta.
Cruciale è dunque in questo contesto il ruolo di realtà istituzionali e sociali come FERMICONLEMANI, una rete di “attori” impegnata quotidianamente nelle attività di ascolto, sostegno, prevenzione, formazione, informazione e sensibilizzazione della collettività contro ogni forma di violenza e discriminazione.
Sul piano soggettivo, Il femminicidio, giova ricordarlo, è un omicidio che affonda le proprie radici in un terreno affettivo ed emotivo arido, scarsamente empatico, dove le persone sono ridotte a cose da usare e possedere.
Chi arriva a commettere un femminicidio è tendenzialmente incapace di accettare ed elaborare l’abbandono.
Spesso il femminicidio è l’epilogo di un altro reato troppe volte sottovalutato: lo stalking.
In un mondo emotivo narcisista ed infantile, l’altro viene percepito come uno strumento per soddisfare i propri bisogni.
Il bambino appena nato, vede nella madre un mezzo per sopravvivere e solo in seguito si affeziona a lei, riconoscendola come oggetto d’amore.
Dalle dinamiche del rapporto madre/figlio, oltre all’amore, emergono sentimenti distruttivi quali: la gelosia, il possesso e l’invidia.
Tali pulsioni emozionali se non vengono comprese ed elaborate correttamente dall’apparato psichico, danno vita a dinamiche comportamentali distruttive che generano risentimento, frustrazione, rabbia e odio, esattamente ciò che muove i comportamenti dello stalker nel compimento delle sue condotte.
Il femminicidio, dunque, spesso nasce da una profonda distorsione affettiva, emotiva comunicativa, improntata alla violenza, agita in un contesto disturbato, dove le fragilità: cognitive, emotive, affettive e sociali, dei soggetti in gioco, prendono il sopravvento.
In tale contesto, affettivamente deprivato e deprivante, per mantenere il controllo sulla persona viene agita ogni genere di violenza psicologica e fisica per garantire il mantenimento dello status quo. Per indebolire la volontà altrui vengono instillati, giorno dopo giorno, giudizi limitanti, critiche più o meno velate per ledere il senso di sicurezza, sino a generare profondi sensi di inadeguatezza, vergogna e colpa.Chi maltratta sminuisce sistematicamente l’altro, umiliandolo e annullandone anche la più banale libera manifestazione di sé.
L’amore è bellezza, l’amore è cura, l’amore è volere il bene incondizionato dell’altro anche quando si allontana.
Amore è soprattuttoamarsi e non lasciarsi ridurre a cosa tra le cose.
Il team di Fermiconlemani si unisce al cordoglio della famiglia e della comunità forense romana.
Ci parla di sé la nostra neo socia Ottavia Ditroia
Mi chiamo Ottavia Ditroia e sono una Personal Shopper e Personal Stylist con sede a Bari, ma opero in tutta Italia e all’estero.
Ho un diploma di Liceo Scientifico e una Laurea in Scienze dell’Educazione con indirizzo sociologico. Titolo della mia tesi di laurea: Donne, creatività e organizzazioni.
Ho lavorato per 13 anni in una multinazionale americana nel settore dei sevizi interinali per il Lavoro, occupandomi di gestione, selezione e amministrazione del personale e dei clienti italiani ed esteri.
Da quasi 10 anni svolgo la mia attività di Consulenza d’immagine e Personal Shopping trasformando, di fatto, la mia innata passione per la moda e lo stile in una professione.
Il mio lavoro mi porta a conoscere persone molto diverse e ad intraprendere con loro un percorso che ci porterà ad una maggiore consapevolezza del sé attraverso la cura dell’immagine.
I miei servizi sono personalizzati e comprendono:
ANALISI DI ARMOCROMIA, per scoprire, attraverso un’indagine di carattere scientifico, la potenza, la forza e l’impatto che i colori hanno su ognuno di noi ed in particolare sul nostro viso
ANALISI BODY SHAPE, per scoprire quali sono le forme del nostro corpo per poi essere in grado di scegliere in maniera più efficace i nostri vestiti
ANALISI FACIAL SHAPE, per scoprire quali sono le forme del nostro viso per poi essere in grado di scegliere in maniera più efficace il miglior taglio di capelli oppure la montatura degli occhiali più adatta al nostro viso….
STUDIO E RIORGANIZZAZIONE DELL’ARMADIO, che diventa così per ordinato ed efficiente evitando lo stress degli abbinamenti mattutini
SHOPPING MIRATO, ossia uno shopping non compulsivo per l’acquisto di capi che si adattano a noi e al nostro stile di vita, senza spendere un centesimo in più…
CREAZIONE OUTFITS con capi che abbiamo già nel nostro armadio per ottimizzare e valorizzare ogni singolo capo evitando di spendere inutilmente
CONSULENZE CONTINUE PER EVENTI ED OCCASIONI SPECIALI
Questo, però, è un percorso che si impara a tracciare con le giuste linee guida così che, giunti al termine di questo bellissimo ed emozionante itinerario, tutti possano essere in grado di comunicare fermezza, consapevolezza, sicurezza in sé stessi e forza.
Questo è il supporto che mi piacerebbe dare alle donne che si rivolgono a questa associazione.
Tradotto dall’inglese-La Comunicazione Nonviolenta è un approccio alla comunicazione basato sui principi della nonviolenza.
Quali sono i 4 pilastri della comunicazione non violenta?
E’ un processo di comunicazione verbale e non verbale formato in quattro linee guida principali: l’Osservazione dei fatti, Sentimenti, Bisogni e Richieste che aiuta a sentire ciò che è vivo in noi e nell’altro e a fare chiarezza.
Marshal Rosenberg ha sviluppato nel 1960 un processo di Comunicazione per trovare maggiore autenticità nella comunicazione, una maggiore comprensione, connessioni più profonde e risoluzione dei conflitti.
Secondo Marshall Rosenberg il linguaggio e il modo in cui usiamo le parole hanno un ruolo cruciale nel riuscire a rimanere collegati empaticamente a noi stessi e agli altri.
La Comunicazione Nonviolenta si basa su tre aspetti:
Auto-empatia, l’ascolto di se stessi
Empatia, ascolto dell’altro
Auto-espressione onesta, esprimere autenticamente il proprio sentire e bisogni
Per Comunicazione Non Verbale (CNV) ci si riferisce a quell’aspetto della comunicazione umana che trascende le semplici parole, come ad esempio la nostra gestualità, le espressioni facciali o i movimenti del nostro corpo nello spazio.
Secondo moltissimi studi, inoltre, il canale non verbale ha un’influenza maggiore sul nostro interlocutore rispetto alle parole, inviando inconsapevolmente continui segnali e veicolando anche messaggi che la nostra voce spesso tende a nascondere.
Gli esperti comunicatori, infatti, studiano la comunicazione non verbale con l’obiettivo di comprendere il “non detto”, le incongruenze nelle frasi, bugie volontarie o involontarie, omissioni e molto altro.
Ogniqualvolta ci si approcci a una vittima di violenza, ad esempio, è fondamentale saper giostrarsi in questo campo, poiché la verità viene a volte sottaciuta, per paura del giudizio o di ripercussioni future.
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI SU INFO@FERMICONLEMANI.IT, 800.822538
Premessa:
Il corso è orientato ad individuare il significato di narcisismo, le sue origini e le più note teorie, a tracciare il profilo della personalità narcisistica negli aspetti personali e interpersonali.
Obiettivi e finalità:
Fornire strumenti, linee guida, spunti di riflessione e sostegno per chiunque entri in contatto con una personalità narcisistica analizzando il funzionamento narcisistico di personalità, focalizzandosi sull’autostima e sulla disregolazione emotiva.
Modalità e tempi:
Il work shop o si svolge durante il pomeriggio del dalle 18.00 alle 21:00, per la durata di tre ore.
Al termine dell’incontro dopo report test viene rilasciato attestato di partecipazione e slide.
Metodologia didattica e argomenti:
La metodologia dell’incontro si basa sulla partecipazione attiva: i temi sono trattati valorizzando le esperienze personali, le opinioni, i punti di vista, le emozioni dei partecipanti.
Il planning dell’incontro prevede attività motivazionali, potenziamento dell’autostima, introduzione al narcisismo dalle origini ad oggi, individuazione di linee guida per riconoscere un narcisista, strumenti di sostegno per gestire una relazione con un narcisista, spunti di riflessione su come evitare una relazione con un narcisista, miglioramento delle relazioni tramite l’empatia, confronti sugli strumenti legali di tutela, analisi dei casi di crimini violenti, racconto di esperienze personali.
Risorse umane coinvolte:
I professionisti coinvolti sono psicologi, psicoterapeuti, esperti in comunicazione, criminologi, donne con la propria esperienza personale.
Il Presidente di Fermiconlemani : “ogni edizione rinnovata del work shop Donne che Rincorrono i Lupi e’ sempre speciale e colma di scambi professionali, di emozioni ed evoluzioni personali delle partecipanti e dei partecipanti, si proprio cosi dei “partecipanti” anche gli uomini sono molto interessati. I discenti durante il work shop imparano a riconoscere il narcisismo patologico e quello funzionale per la nostra autostima.”
Cena sociale 2022: un momento di condivisione e progettualità
Anche quest’anno, come da tradizione, lo scorso 22 dicembre, si è tenuta la cena sociale.
La nostra “comunità gentile” si è ritrovata per un momento di convivialità, ma anche di riflessione collettiva.
La pandemia del covid, oltre che una crisi sanitaria, economica e sociale, si è connotata per il suo dirompete potere divisivo fra le persone. Si è affermata una frammentazione sociale che ha dissolto perfino «la fisicità dello stare insieme».
Per questo abbiamo fortemente voluto ritrovarci, occhi negli occhi, con il cuore colmo di entusiasmo e nella mente una miriade di progetti, tutti convergenti verso la nostra mission: la semina di valori positivi, la formazione, l’informazione e la prevenzione della violenza in ogni sua manifestazione.
La cena è stata altresì l’occasione per festeggiare il compleanno della nostra socia Daniela Corrado.
Perchè Fermiconlemani, prima che un’associazione, è una comunità di persone legate da rapporti personali di amicizia e fratellanza, fondati sulla condivisione di valori e obbiettivi.
Questa la dedica pensata dalla nostra presidentessa, Avv.ta Tiziana Cecere, che fa da cornice al gadget regalato a tutti i soci, espressione autentica dell’identità del nostro team: spirito di gruppo, integrazione e fiducia reciproca.
Sfruttiamo questo nuovo inizio per essere migliori; dedichiamoci a costruire e arricchire legami che ci rendono persone.
Per recuperare il senso del limite, della nostra vulnerabilità come un valore. E con essa la capacità di contare sulle nostre forze, che sono enormi soprattutto se impariamo a cooperare, a guardare alle fragilità dell’altro come le nostre.
Si è conclusa con grande soddisfazione per il team di Fermiconlemani la tre giorni organizzata in occasione delle celebrazioni del 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne, improntata alla costante semina di valori positivi e prevenzione.
Con grandissima affluenza e partecipazione attiva del pubblico, presso la biblioteca del comune di Putignano, l’Associazione Fermiconlemani A.P.E. -E.T.S. ha proposto la terza edizione dell’evento gratuito rivolto alla cittadinanza “Dalle Donne alle donne: BENESSERE ED EMPOWERMENT”, ideato dalla presidentessa Tiziana Cecere e realizzata in questa occasione con la collaborazione dell’Associazione putignanese -partner di Fermiconlemani- Collettivo Street Sociale Spp-Lit, in cui esperte negli ambiti della nutrizione, del benessere, della psicologia e del coaching hanno coinvolto le gentili ospiti dando loro informazioni teoriche di supporto e fortificazione dell’autostima, dell’empowerment e della leadership femminile, animate da sessioni pratiche e interattive di consulenza di immagine, di personal shopping, di armocromia e make-up.
L’idea progettuale della Presidentessa Tiziana Cecere è nata dal tema centrale di fornire strumenti utili alle donne per consolidare la sorellanza ed accrescere la consapevolezza del loro prezioso ruolo nella società civile.
Sono intervenute le Istituzioni locali, l’Avv.ta Luciana Laera, sindaca del Comune di Putignano, la Dott.ssa Tiziana Gigantesco, Giudice di Pace di Putignano e l’Ispettrice Sup. Dott.ssa Antonella Gallinotti del Commissariato P.S. di Putignano. Relatrici la Presidentessa di Fermiconlemani, Avv. Tiziana Cecere, la Dott.ssa Francesca Pilò, le Dott.sse Carmela Cosola e Florinda Marasciulo e Ottavia Ditroia.
L’evento è stato presentato e moderato dalla testimonial Alina Liccione, conduttrice tv e modella, impegnata da molti anni in numerose campagne di sensibilizzazione e di sostegno rivolte alle donne e per tali ragioni nominata socia onoraria di Fermiconlemani.
Una serata colma di colore e calore grazie anche all’esibizione del gruppo di flamenco Las Mariquitas, con le coreografie di Barbara Altini e all’artista putignanese Vanna Laera che ha esposto le creazioni del suo Atelier Soul Emotion.
Presso l’istituto scolastico comprensivo De Gasperi – Stefano da Putignano, sempre a Putignano, si è tenuto l’incontro “strategie di protezione per un equilibrato controllo del corpo e della mente” a cura del team di Fermiconlemani coadiuvato dal team Work della Federazione Italiana Krav Maga capeggiata dal Dott. Domenico Taddei, dalla Polizia di Stato e dall’Associazione Nazionale Carabinieri, per offrire ai ragazzi di seconda media un’esperienza multidisciplinare con attività pratiche finalizzate alla prevenzione e al contrasto della violenza in ogni sua manifestazione.
Una cerimonia corale che ha visto il team di Fermiconlemani, le istituzioni locali e i vertici del commissariato di P.S. locale, affiancati da una delegazione di studenti dell’istituto comprensivo De Gasperi – Stefano da Putignano intervenuti con la lettura di riflessioni e componimenti sul tema della violenza di genere, uniti un abbraccio intergenerazionale per dire no alla violenza in ogni sua manifestazione.
L’intenso interscambio con i giovanissimi, fil rouge degli eventi del 25, è poi proseguito con una tavola rotonda tenutasi presso l’auditorium dell’istituto comprensivo De Gasperi – Stefano da Putignano dove, ospiti della dirigente Dott.ssa Mariana Buttiglione, il team di Fermiconlemani con il supporto della Polizia di Stato, ha dialogato con i ragazzi di terza media sugli “strumenti di prevenzione della violenza online e offline”.
L’incontro, dal forte impatto comunicazionale, ha toccato il suo apice con l’ascolto della struggente testimonianza di una madre sopravvissuta a suo figlio ucciso dalla sua compagna proprio il 25 novembre di qualche anno fa.
nel corso della quale l’intervento della presidentessa di Fermiconlemani, Avv.ta Tiziana Cecere, è stato corroborato dalla testimonianza della sig.ra Antonella Valletta, socia onoraria di Fermiconlemani e autrice del libro “Ho smesso di tremare”.
Presidentessa di Fermiconlemani Avv.ta Tiziana Cecere: <<È paradossale pensare che in Italia tutt’oggi, per radice culturale e sociale, esista ancora disparità uomo donna in ogni ambito della vita, dalla famiglia al lavoro. Tale divario di genere si è ampliato durante la pandemia e ciò è confermato, sia dall’aumento dei crimini violenti nei confronti delle donne, che dal contingente abbandono del lavoro da parte di molte donne per dedicarsi alla famiglia. Tutti, uomini e donne, siamo alla ricerca di uno stato di benessere ed equilibrio nelle diverse aree della nostra vita, per soddisfare i bisogni emotivi e psicologici più profondi e perciò sarebbe utile che attività come quelle messe in campo da Fermiconlemani -in questa settimana così intensa- tese ad attenuare il condizionamento dei pensieri sociali, storici e dei retaggi culturali ancora pregnanti nel nostro tessuto sociale, trovassero più ampia e larga condivisione. È stato particolarmente emozionante essere con le persone e tra le persone, inorgogliti della rete territoriale e del supporto prezioso delle istituzioni amministrative, scolastiche e di pubblica sicurezza che ci consentono di essere efficaci in tutte le attività di prevenzione di cui ci occupiamo>>.